mercoledì 9 febbraio 2011

Grazie a Dio, a volte si torna immaturi....



Che Ambra fosse un mito lo pensavo prima. E lo penso ora. Che Ricky Memphis avesse qualcosa di più, rispetto all’ombra del poliziotto romanista, pure. Così come poca è stata la sorpresa nel vedere che Luca&Paolo non sanno solo fare i pirla alle Iene, ma si sanno anche calare nei panni di due soggetti classe 1972 che vivono una vita sul binario della normalità, salvo poi ritrovarsi felici e un po' malinconici per un muretto ritrovato. Ho visto “Immaturi”, il film di Paolo Genovese che può apparire – da locandina e trailer – una sorta di annegamento nelle lacrime nostalgiche d’altri tempi: di quando si andava a scuola, di quando tutto era più bello, di quando non c’erano pensieri. Di quando si stava meglio, insomma. Invece, il film - che presenta un cast di tutto rispetto all’italiana - ha una trama che si costruisce sulla vita di chi vive i propri quarant’anni diversamente da come si sono vissuti i venti. Grazie a Dio, verrebbe da dire. Da spiegare questo film non è semplicissimo: non pensate di andare a vedere un amarcord, questo no. Non pensate di andare a vedere una commedia tragica durante la quale si torna indietro e si ridiventa coglioni come a vent’anni. Pensate solo di andare a vedere un film che fa tornare un po’ indietro, questo sì: guardando a volte “il logorio della vita moderna” con gli occhi di ieri, ma con le speranze di oggi e i figli di domani. Uno psichiatra, una chef, una responsabile marketing, un dj radiofonico, un agente immobiliare mammone e un infedele. Recensione superveloce, viva e che viene dal cuore senza troppo soffermarsi. In ogni caso, ci sono scene del film che - come si dice in gergo - "fanno spaccare"...