venerdì 5 novembre 2010

"Bella Ciao" e "Giovinezza" a Sanremo: l'Italia ha ancora paura



Niente “Bella Ciao” e “Giovinezza” al Festival. Peccato. Peccato perché era una bella idea. Finalmente, per festeggiare l’Anniversario di questa Italia diversa, frastagliata e mai davvero unita sul serio, si sarebbero potute buttare le basi per il futuro, per qualcosa di nuovo, differente. Vero che Sanremo non è niente (o magari qualcosa sì). Vero che non può bastare una canzone per fare questi benedetti italiani (se qualcuno li ha visti in giro chiami “Chi l’ha visto?”). Ma è altrettanto vero che in un’Italia che continua ancora oggi a discutere su chi “ha vinto la guerra”, chi ha sofferto di più, chi ha torto e ragione, ecco che quella di Gianni Morandi e Mauro Mazzi era una bella trovata: si sarebbe potuta scavare la storia, raccontarla, ricordarla (guai a non farlo), ma finalmente si sarebbe potuto affermare che “la guerra è finita”.
Sì, perché la guerra è guerra: è un gran casino di gente che va, che viene, che vive, che muore, che non ha tempo, né tanto meno ragioni. Eppure c’è e c’è stata (e ci sarà). Ma è finita. E il fatto che a Sanremo si volessero cantare le due canzoni, beh, era un buon modo per farlo capire a tutti: per far capire che stiamo qui a discutere sull’opportunità di due canzonette e il Paese – oltre a rischiare di andare a rotoli – non ha ancora un popolo vero. Era una buona occasione per rifletterci e per chiudere il sipario e iniziare un altro spettacolo: a livello simbolico, ovviamente. Ma si sa che i simboli non servono, soprattutto se quando possono destare le coscienze vengono annullati dalla paura dei fantasmi della storia (ah, i fantasmi non esistono!). 
Peccato perchè ancora una volta questa Italia che non c'è ha avuto paura della sua storia e, quindi, del suo futuro. Ha avuto paura di urtare qualsiasi sensibilità (anche quelle degli invasati - di destra e sinistra chissene - che sessant'anni fa non erano neanche nei pensieri di Dio). Ha avuto paura di dire: "La Guerra è finita. Ricordiamola sempre, impegnamoci affinchè non succeda più. Ma andiamo finalmente avanti". Se non si riesce a superare questo empasse con la musica, figuriamoci nel resto. E' un'impostazione mentale quella dell'Italia: di non rischiare e di rimanere nel pantano ideologico e concreto.

Le due canzoni non sono perfette politicamente parlando (e anche socialmente e umanamente, soprattutto "Giovinezza"). Ma senz'altro fanno riflettere. Ed è questo ciò di cui l'Italia - forse - avrebbe bisogno.
Ci sarà solo Sanremo. Ci accontenteremo. Come sempre.

TESTO "BELLA CIAO"

Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna
sotto l'ombra di un bel fior.

E (Tutte) le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E (Tutte) le genti che passeranno
Mi diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!




TESTO "GIOVINEZZA"

Su, compagni in forti schiere,
marciam verso l'avvenire
Siam falangi audaci e fiere,
pronte a osare, pronte a ardire.

2Trionfi alfine l'ideale
per cui tanto combattemmo:
Fratellanza nazionale
d'italiana civiltà.

3Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.

4Non più ignava nè avvilita
resti ancor la nostra gente,
si ridesti a nuova vita
di splendore più possente.

5Su, leviamo alta la face
che c'illumini il cammino,
nel lavoro e nella pace
sia la verà libertà.

6Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.

7Maledetto fu il cilicio
che condusse all'eroismo,
fu schernito il sacrificio
dal novello socialismo.

8Sorgi o popolo sovrano
su dall'Alpi di Salvore
fino al Siculo vulcano,
che or si vince oppur si muor.

9Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.

10Nelle veglie di trincea
cupo vento di mitraglia
ci ravvolse alla bandiera
che agitammo alla battaglia.

11Vittoriosa al nuovo sole
stretti a lei dobbiam lottare,
è l'Italia che lo vuole,
per l'Italia vincerem.

12Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.

13Sorgi alfin lavoratore
giunto è il dì della riscossa
ti frodarono il sudore
con l'appello alla sommossa.

14Giù le bende ai traditori
che ti strinsero a catena;
Alla gogna gl'impostori
delle asiatiche virtù.

Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.
Per la foto: wiki

Nessun commento:

Posta un commento