Della vita di Alfredo. E chi diavolo è Alfredo? Alfredo è Alfredo l’uregia. Sì, avete capito bene: l’uregia, l’orecchio, il frocio, la checca. Chiamatelo come volete, ma Alfredo è un diverso. In tutto e per tutto. Abita in un paesino qualsiasi della Brianza, di quelli fatti di industrie e di freddo, “quello vero, quello che paralizza la mascella da un orecchio all’altro quasi a disegnare un sorriso al quale nessuno crede”. Una terra che punisce per il suo clima dove c’è sempre stato posto per due categorie soltanto: i omen da una parte e i donn che han da munda giò dall’altra. Il libro di Paola Cereda, per chi in Brianza ci vive, è un sorriso (divertente e amaro non importa) unico: un richiamo continuo alla quotidianità che, vista per la prima volta in un libro senza troppo fronzoli ma con tanta concretezza, fanno sentire il lettore brianzolo importante. E ad ogni riga, il lettore pensa “E sì, l’è propi inscì”. Sullo sfondo, una storia, tante storie, raccontate dal punto di vista di chi, come Alfredo, non è uguale a nessuno. Né tanto meno alle categorie che la Brianza, così come tanti altri luoghi, d'Italia, impongono in maniera secca e decisa. Non è una storia di outing come magari si può credere (in Brianza non si fa outing). E’ la storia di generazioni, degli obblighi morali di cantare nel coro della gesa e di ritenersi pure fortunati per poterlo fare, dei piccoli litigi tra associazioni fatte di prese di posizioni a prescindere: Acli da una parte, Parrocchia dall’altra per esempio. Paola Cereda racconta spesso di morte e sofferenza con quella “cantilena” tipica della Brianza dove le sfortunate sono tutte “poradona”, dove la fede spesso limita e dove i problemi ci sono, ma non si dicono. Alfredo l’uregia racconta tutto questo con sottile ironia, ma nello stesso tempo con affetto. In fin dei conti a popolare il Mondo sono i personaggi e le loro avventure. E in queste pagine, che hanno come sfondo il background personale di uno dei tanti, uno dei diversi, uno degli ultimi, trovate un sacco di storie assurde e nello stesso tempo vere. Da leggere e gustare per dire: “Cazzo, è davvero così”. E magari anche per non lasciarsi andare all’idea che, in fondo, vada tutto bene perchè “basta che Signor lè da per tutt” per star bene nella vita.
Hanno ragione quelli della Banda Bardò. A star sdraiati, la tensione cala. E la tensione (quella continua) aiuta a mantere "l'attività in attività". E spesso la frase "Sono stanca" e "Non ho l'ispirazione" è solo una scusa. Attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità: odio il pigiama (falsità), ho sempre il piede su un motore (grazie alla mia Pandina), metto carbone e follia. Buona notte e, già che ci siamo, buona giornata.
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mi hai fatto proprio venire voglia di leggerlo!
RispondiElimina:)
Troppo buona Ale (è andato di là!). Comunque a te piace sicuro....
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