venerdì 24 dicembre 2010

E forza Enzo, facci un gol....



Un saluto caro Enzo, da chi non sapeva nemmeno che faccia avessi. Sì. Io nell’82’ non c’ero, manco ero nei pensieri di nessuno. Eppure, di Enzo Bearzot sapevo tutto. Che era friulano. Che ha reso Mundial l’Italia. Che ha saputo aspettare Paolo Rossi. Che ha sbagliato a non andarsene dopo aver vinto. Che ha giocato a carte sull’aereo insieme a Zoff, Pertini e Causio. Che non parlava tanto. Che lo chiamavano vecio, come la grappa. Che ha allenato il Torino. Che inventò il “silenzio stampa”. Di Enzo Bearzot – escluso chi quegli anni li ha vissuti – non rimane il volto, non rimangono le sue rughe. Rimane Enzo e la sua Italia forte fortissima. Perché da buon allenatore ha lasciato le immagini-ricordo a Zoff con la Coppa tra le mani, all’urlo di Marco Tardelli. Da buon allenatore ha pensato ha deciso, ha vinto. Ha diretto la sua orchestra: e anche oggi noi abbiamo in mente i volti dei flautisti, dei violinisti e tutti gli altri. Ma Enzo, anche se ci dà le spalle, lo ricordiamo punto e basta: e non è cosa da poco. Fossi in lui, un sorriso dal cielo lo farei….facci un gol!

Per la foto: biografieonline

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