giovedì 16 dicembre 2010

"Vita da...": le recensioni /parla Marta Casadei

 Giornalista professionista, con le tette piccole ma un grande senso dell'umorismo e una predisposizione forte all'amicizia e all'accoglienza. Marta Casadei - protagonista spesso del mio libro "Vita da..." - racconta così la lettura del volume. In maniera ironica, acculturata. Diversa. Come sempre.

No, dico: provate voi ad andare a cena con una che di punto in bianco, tra un piatto di spaghetti ai frutti di mare e un bicchiere di vino bianco, apre una moleskine nera e si mette a scrivere pedissequamente quello che si dice a tavola. E poi lo rifà sulla spiaggia, mentre uno sta sdraiato sul lettino cercando di godersi il meritato riposo e lei è lì pronta a mettere nero su bianco la prima defaillance (della Tentorio, in particolare). Una che tiene a mente quello che abbiamo detto una sera in una farmacia di Roma o una mattina in un baretto di Milano Marittima.

No, dico: provate a fare questo sforzo. A venirne fuori è lei, Elena: osservatrice arguta, giornalista che con le parole ci sa decisamente fare, solare e divertente, amante degli accostamenti un po' pulp nella letteratura (vita da..bagno, tanto per dirne una) come nella musica da sentire in macchina (final countdown e io lo so Signore). I momenti più esilaranti della sua vita li ha riversati in 500 pagine di aneddoti. Alcuni mi hanno fatto ridere a crepapelle, altri si svolgono persino a casa mia. La metà, comunque, ero presente. Altri ancora - io sono quella che dice che l'espansività non va più di moda e questo vi dovrebbe dire qualcosa: sono una tipina per bene - mi hanno fatto storcere il naso bonariamente e pensare: "Ma Elena!". Insomma: per me il volume è una sorta di Annales Maximi in salsa contemporanea: c'ero, ci sono, ci sarò (si spera).

Per chi non può viverlo in prima persona e rivedersi in tanti luoghi e situazioni, riascoltando volentieri le castronerie di chi si conosce (la Tentorio) e di chi, a questo punto, si vorrebbe conoscere (Ecce donna Marzorati, ma anche Bavuso), il libro non solo sarà fonte di ovvia ilarità, ma - se vogliamo dare un tono serio a questa recensione improvvisata - potrà anche offrire uno scorcio sulle vicende di una terra, la Brianza, di cui tutti sanno il nome ma di cui nessuno poi sa niente: la redazione del Cittadino e la Valassina dove si incontra il suocero di Azouz Marzouk (?!); i viaggi in aereo e le disavventure con i bed&breakfast romani gestiti da filippini; i detti veneti e la passione per il calcio; le fughe a Berlino senza soldi e le partite di pallavolo.

Che cos'è poi la vita se non quello che, per un verso o per l'altro, ci viene spontaneo ricordare?

Marta Casadei

Nessun commento:

Posta un commento