mercoledì 6 ottobre 2010

Sulle regole: un libro che tutti dovremmo leggere


Gherardo Colombo spiega “ai più” un pizzico di legalità. Non solo. Forse anche un pizzico di giustizia. O ancora: una fotografia della vita sociale odierna dalla quale si può partire per rendere questa stessa società orizzontale. Per società orizzontale, Gherardo Colombo intende quel modo di associarsi al quale tende con tutta la sua forza la Costituzione italiana, nata prima della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e ancora da attuarsi nella sua totale pienezza. La sua missione è quella di dare a comuni cittadini – e non giuristi – uno strumento per comprendere il perché delle regole. “Se i cittadini non comprendono il perché delle regole – si legge a pagina 8 – costoro tenderanno ad eludere le norme quando le vedono faticose e a violarle quando non rispondono alla loro volontà”. Il libro inizia con la descrizione di un paese immaginario, ma non troppo. Nel quale non si parla – come invece si potrebbe pensare – di mafia, morti, sangue. Bensì di quotidianità: quella che viviamo tutti, senza se e senza ma, quella fatta di vigili urbani che anziché controllare un negozio e la sua effettiva onestà nei confronti del cliente, se ne escono con in mano un bel pacco di prosciutto gratis. O ancora: di un paese nel quale un ispettore del lavoro  scambia bustarelle per non ottemperare al suo obbligo di multare chi non rispetta le regole per la garanzia della sicurezza sul lavoro. Di un medico che allunga le “vacanze” ad un dipendente comunale malato. La descrizione sconcerta: non tanto perché eclatante, quanto perché quotidiana. Il viaggio di Colombo si staglia, come già detto, sulla differenza tra società verticale – fatta in maniera gerarchica che vede la persona come uno strumento a seconda della posizione – e quella orizzontale che fonda la sua forza su questo postulato: “L’umanità non vive – si legge a pagina 48 – non si emancipa, non progredisce attraverso la selezione, ma prestando attenzione a ogni suo componente”. O ancora: “L’esclusione dei diversi non farebbe che rallentare o addirittura impedire uno sviluppo armonico della specie umana”. Nella società orizzontale – a differenza di quella verticale – ogni persona è dignità e valore. E mentre nella società verticale, la strumentazione dell’umanità porta inevitabilmente all’esclusione della persona che non è utile, perché in qualche modo non perfetta per un determinato scopo, nella società orizzontale “i diritti sono garantiti a qualsiasi membro della società senza alcuna eccezione”. Da una parte i diritti vengono assegnati a seconda della nascita gerarchica, a seconda dell’utilità. Dall’altra, i diritti vengono e nascono prima di tutto. Per arrivare a tutto questo, la società necessita di grandi organizzazioni complesse che le permettano di formarsi e progredire. I due postulati della società orizzontale sono A) il riconoscimento dei diritti fondamentali e B) l’uguaglianza di fronte alla legge, mentre la società verticale vive sulla dicotomia A) separazione B) annientamento.
Attraverso un excursu storico di tutto rispetto, Colombo analizza la dinamica del tempo, la legalità, pratiche come la pena di morte e la tortura, arrivando a dare spiegazioni sociologiche ed etimologiche importanti e affascinanti:
La parola giustificare costituisce da sempre il riferimento per giustificare il contenuto delle leggi”.
La regola è l’altra faccia della convivenza, sono due lati della stessa medaglia”.
Le istituzioni siamo noi, e una prima risposta riguarda il comportamento degli individui, dei singoli cittadini che le istituzioni rendono vive.
La conclusione è quanto meno affascinante e invita chiunque a non cedere alla comodità, bensì invita ogni lettore a ragionare e ad affrontare la regola non come una semplice imposizione, bensì come un testo da scoprire e comprendere:
E’ il percorso, non il traguardo, a riempire la persona del proprio valore e della propria dignità. Tutti noi siamo sul percorso, dipende da ognuno di noi dove questo ci porterà”.


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