martedì 30 novembre 2010

Un racconto per la mia "nipotina"/Parte 1

Tutto quello che c’è da sapere nella vita partendo da Marco Materazzi


Gentilmente, non storcete il naso. Juventini, milanisti, romanisti, "lazisti" sappiate che questo racconto è tutt'altro che un elogio all'interismo. Si tratta di un'idea (contorta per la verità) che mi è venuta per augurare qualcosa ad una bambina, nata il 28 ottobre scorso. E per dirle quelle quattro cose che ho da dirle, ho usato la maglia di Marco Materazzi. Sì, chiaramente non potevo spiegare ad una bambina con una settimana di vita sulle spalle "tutto quello che c'è da sapere" partendo da Francesco Totti. E neanche da Alessandro Del Piero. Nè tanto meno da Massimo Ambrosini. In fondo, credo sia possibile fare questo giochino calcistico e numerico per tutte le squadre. Anche per Albinoleffe, Taranto, Messina, Caratese, Folgore Verano, Brioschese eccetera eccetera. In ogni caso, è un piccolo racconto al quale tengo molto che pubblicherò pian piano. Passo per passo. Perchè sarebbe troppo lungo da buttarvi addosso tutto in una volta. 
L'ho scritto per Elisa, una nipotina acquisita che ancora non sa niente. Non che io sappia più di lei. Ma mi piace l'idea di spiegarle quelle due cose che ho capito, partendo da una passione (l'Inter) e dai numeri, una realtà con la quale non sono mai andata molto d'accordo ma che nella vita conta (e non, come qualcuno sta pensando, per i soldi!). E allora, eccovi la prima parte di questa sorta di racconto. 

Parto dalla maglia di Marco Materazzi perchè....perchè è Materazzi. Perchè lui racchiude in sè un po' tutto quello che ti può capitare nella vita. Di essere amato molto. Di essere detestato altrettanto. Alla mia nipotina Elisa, quando è nata, ho regalato la sua maglia. Perchè per lei non spero che sia amata da tutti (tanto non succede). Non spero che tutti scroscino applausi quando lei entra allo stadio. La vita ti regala fischi, fiaschi e per lei spero che a questi si possano alternare qualche applauso e qualcuno che ti dica "Sono pazza per te". Come succede a Marco.


Poi, se è vero che dietro ai numeri ci sono altri numeri e altri significati, tenterò di spiegarle qualcosa tirando fuori campioni del presente e del passato. Il tutto, attraverso formule matematiche (semplici, per carità!).
Ecco a voi...




C‘era una volta la maglia nerazzurra. La storia scritta sui libri è questa: il 9 marzo del 1908, 43 rivoluzionari dell’Ac Milan – l’altra squadra di Milano con la maglietta a strisce rosse e nere - decisero di fondare una nuova società calcistica presso il ristorante milanese “L’Orologio”. Volevano che tutti i bambini, anche quelli stranieri, potessero giocare a calcio sotto gli stessi colori del cielo: per questo scelsero il blu e il nero come colori sociali, gli stessi della notte. E da quel giorno fu così. L’Inter, da quel lontano 1908, ha fatto tanta strada e oggi è considerata la società calcistica meno italiana di tutte, per via della presenza di tanti ragazzi stranieri che giocano con la sua maglia. Ha vinto tanto, ma ha perso spesso e la sua maglia è sinonimo di “gioia sofferta”.


 

La maglia che fra poco la mamma ti metterà è la numero 23: quella di un bambino di nome Marco. Di cognome fa Materazzi e la Milano nerazzurra è tutta pazza per lui. La sua maglia è molto importante e vestirla è motivo di grande responsabilità. 


Marco è un bambino un po’ introverso per la verità, perché è cresciuto senza la mamma e perché in tutti gli stadi d’Italia trova sempre dei gruppi di altri bambini che lo trattano male. Mentre gioca gli dicono le parolacce ma lui, nonostante questo, non li guarda, non va dalla maestra a chiedere una punizione per loro. Spesso sbaglia alcune giocate, a volte fa male agli avversari perché è un po’ irruente e quando segna si gira di schiena e mostra a tutti il suo nome e il suo numero: “23 Materazzi”.
Ogni tanto gli viene da piangere, ma anche gli uomini più forti piangono. Figuriamoci lui che è ancora un bambino. Avere la sua maglia significa portare sulla schiena un numero di grande forza: forza contro i bambini cattivi, forza di chi sbaglia spesso ma si rialza sempre, forza di chi sa voler bene ai suoi amici e forza di chi mostra sempre agli altri la propria identità. Fino alla fine e senza timori.
E’ un numero importante e tu devi essere orgogliosa di avere la sua maglia.


In questo racconto, ti parlerò ti tanti campioni, delle cose importanti della vita e dei numeri. Sì, perché i numeri parlano. A volte più delle parole.

Quando sarai grande e studierai la matematica, capirai che i numeri sono come le matrioske. Che cosa sono le matrioske? Sono quelle bamboline che si aprono e al loro interno hanno una gemella più piccina. Che a sua volta ha al suo interno un’altra gemellina ancora più piccola. Fino ad arrivare ad una bambolina minuscola.
Ebbene, i numeri sono così. Un 23 non è solo un 23, ma nasconde al suo interno altri numeri e, quindi, altri significati. Così come le persone non sono solo quello che vedi, ma nascondo sempre qualcosa d’altro: a volte bello, a volte brutto.

Se scomponiamo il 23, troviamo un 2. Non solo: c’è anche un 3.

(...) continua

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