giovedì 30 dicembre 2010

“Compagno di sbronze”: dissacrante, divertente e più profondo delle parolacce in superficie



Detto che a mio avviso la “parolaccia” come concetto non esiste più. Verrebbe da dire, per fortuna. Qualche bacchettone o amante del bon ton potrebbe dissentire, forse, ma di fatto è meglio una parolaccia detta sul muso che mille belle parole dette per finta. Detto questo, Charles Bukowski l’aveva capito già da tempo. E nei suoi scritti ci sono episodi tanto feroci quanto nitidi. Senza quel torbido che spesso abbraccia chi ha paura di scrivere quella o questa parola. Bene, Bukowski è nella sua raccolta di racconti dissacrante, eccessivo, a volte pesante sull’anima. Ma è unico. Io non ho mai letto niente di simile. E vi assicuro che leggere una bestemmia non è come sentirla. Leggendola la si sente cento e mille volte con tutto il fastidio che un credente medio può provare. Nei suoi scritti c’è tutto il fastidio dell’autore che non è riuscito a vivere del lavoro di scrittore ma ha vagato spesso senza meta e con la delusione che si può provare nel non poter fare ciò che si ama davvero. I racconti raccolti in “Compagno di sbronze” si intitolano: 1) La macchina strizzafegato, 2)Tre polli, 3) Dieci seghe, 4)Tutti grandi scrittori, 5) La politica è come cercare di inculare un gatto, 6) La mia mamma culona, 7) Il demonio, 8) L’assassinio di Ramon Vasquez, 9) Un compagno di sbronze, 10) La barba bianca, 11) Scene della grande stagione, 12) Gabbia di matti appena fuori di Hollywood, 13) Ma voi consigliereste la carriera di scrittore?, 14) I grandi poeti muoiono in pitali di merda fumante, 15) Una città malefica, 16) Un dollaro e venti centesimi, 17) Senza calzini, 18) Birra e poeti e chiacchiere, 19) Una pioggia di donne, 20) Appunti di un suicida potenziale.
Se non avete voglia di leggerveli tutti non potete perdere: Tre polli (da morir dal ridere), L’assassinio di Ramon Vesquez (cattivo: un film), Un dollaro e venti centesimi (commovente come nient’altro), La politica è come cercare di inculare un gatto (attuale).
Avvertenza: Bukowski vi dà un pugno allo stomaco. Per come scrive, per le paorle che usa, per quel che racconta, per la sua strafottenza, per il suo essere dissacrante al 100%. Bukowski, una volta arrivati alla fine di una sua opera, non vi lascerà più. Lo ritroverete nella vita di tutti i giorni quando capirete chela realtà è quella che racconta lui e non quella degli “Harmony” (per fortuna, in certi casi).

Per la foto: digilander

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