domenica 5 dicembre 2010

Un racconto per la mia "nipotina"/Parte 4

(Poi, quando studierai la matematica scoprirai altre operazioni: queste hanno una grande importanza anche nella vita. Ora ti parlo dell’addizione. L’addizione è quell’operazione che aggiunge qualcosa a qualcos’altro. Per esempio, se alla mamma aggiungi la zia Ele, vien fuori una coppia di matte. Se alla mamma aggiungi il papà, vieni fuori tu. Il 23, quindi, può essere oggetto di un’operazione di addizione: se sommiamo il 2 e il 3, vien fuori il 5).

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Il 5 è un numero bello e quando farai le scuole elementari lo apprezzerai moltissimo perché la sua tabellina sarà la più semplice di tutte. Il 5 dell'Inter di oggi è il numero di un bambino, guarda caso, straniero: si chiama Dejan Stankovic ed è di origine serba. Ha fatto la guerra e viene da un paese difficile, pieno di problemi che oggi si sta un po’ risollevando dopo tanti anni di mancato amore, soprattutto per i bambini come te. E’ un ragazzo che sa scherzare moltissimo e che, quando può, tenta di fare goal anche se non è un attaccante. E’ un giocatore di cuore che sa fare tutto: sa costruire il gioco, sa spezzettare quello degli avversari ed è un esempio di come uno straniero in Italia si possa ambientare bene, nonostante abbia una scorza dura da Est Europa. Vestire il numero 5 significa sapersi adattare al Mondo che ci viene dato, imparare a fare un po’ di tutto e, quando si può, provare a tirare in porta…



Ma, cara mia, il numero 5 era anche il numero di un altro giocatore: Riccardo Ferri. Hai presente quel ragazzo abbronzato che ogni tanto va in televisione a commentare le partite? Ecco, lui è Riccardo Ferri e giocava insieme allo zio Bergomi negli anni 80/90. Quando giocava, Riky portava il numero 5. Era un buon difensore, ma nel calcio di oggi, quando sei nata tu nel 2010, difficilmente avrebbe giocato, perché lui aveva sempre bisogno di un altro compagno dietro di lui che gli coprisse le spalle: aveva sempre bisogno del “libero”. E nel calcio di oggi, il “libero” non esiste più, i giocatori sono più forti fisicamente e corrono di più. Un po’ come nella vita di tutti i giorni: viviamo più a lungo e siamo sempre di fretta. E nonostante lo aiutassero, Riky faceva lo stesso un sacco di autoreti: l’autorete è quando anziché buttare la palla nella porta avversaria, si sbaglia e la si mette nella propria porta, dando così un gol di vantaggio all’altra squadra. Insomma è un errore che ti demoralizza. Uno di quelli che ti fa venir voglia di dare un pugno alla porta e di ficcarti nel letto.

Dicevamo: Riky era un buon giocatore, ma faceva tanti errori. Portare il “suo” numero 5 significa fare i conti con i propri limiti e, pur essendo bravi tanto da arrivare in serie A, significa stare sempre attenti all’errore, perché nessuno è perfetto e perché nella vita gli autogoal saranno sempre numerosi. Che noi lo vogliamo o meno. Significa anche sapersi fidare degli altri. Riccardo Ferri, se non si fosse fidato del suo compagno, avrebbe giocato peggio di come ha fatto. E forse non sarebbe arrivato in serie A e in Nazionale.

Dopo la scomposizione e l’addizione, ora ti presento la moltiplicazione: la moltiplicazione è quell’operazione matematica che permette di far diventare due cose tante cose. O di far diventare due cose, una cosa più bella o più buona. Per esempio, se la mamma e la zia Ele mettono insieme le loro forze per cucinare e uniscono la farina all’acqua, alle uova e a qualche segreto…ecco che viene fuori una torta. Una torta buonissima che anche tu potrai mangiare. Se prendiamo il 23, 2x3 fa 6.

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